Venendo in particolare all'intelligenza artificiale, vediamo che l'automotive è il secondo settore industriale per adozione a livello globale, secondo solo al tech. Dalla ricerca e sviluppo alla produzione, passando per la vendita e l'assistenza, il cervello digitale entra ovunque.
E sulla strada non è solo questione di robotaxi, ma anche di sharing locale e assistenza agli anziani, come dimostrato nel nostro Paese dalle sperimentazioni del Politecnico di Milano. “La differenza però la facciamo solo nel momento in cui industria e istituzioni si allineano e queste ultime aprono alle innovazioni”, nota Marco Santucci, managing director di Geely Italia. “Vedi, per esempio, il cruise control intelligente di Geely, che è più che adattivo visto che regola anche la velocità in base ai limiti della strada percorsa. Basterebbe poco per aprire un po' alla tecnologia e permettere di implementare sistemi ancora più avanzati che, insieme a esso, possono salvare vite”.
Come in altri settori, anche qui si parla di ecosistema tecnologico. L'ad di Milano Serravalle – Milano Tangenziali, Ivo Roberto Cassetta, e Mauro Giancaspro, direttore Technology, Innovation & Digital Spoke di Anas, hanno dimostrato come le due aziende stanno adeguando le infrastrutture a questa iniezione tecnologica che permette ad auto e strade di comunicare. L'obiettivo è raccogliere dati e usarli per gestire meglio il traffico. Per esempio, l'AI applicata alle infrastrutture può prevedere quando una strada ghiaccerà e abbassare il limite di velocità di conseguenza. Oppure, nella vita di tutti i giorni, stabilire una velocità media che eviterà la formazione di ingorghi.
Un ecosistema in cui non può mancare la ricarica elettrica, come ha notato Fabio Pressi, presidente dell'associazione Motus-E e amministratore delegato e presidente di A2A E-Mobility, che ha raccontato City Plug, le colonnine “quasi invisibili” che stanno conquistando Milano e consentono anche a chi non ha il box di ricaricare. Perché un ecosistema senza energia, che ecosistema è?