La Toyota fornisce indicazioni decisamente negative sui dazi introdotti negli Stati Uniti da Donald Trump. Il colosso giapponese, infatti, prevede di chiudere l'esercizio fiscale 2025-2026 con un utile netto di 3.100 miliardi di yen (circa 19 miliardi di euro al cambio attuale), il 35% in meno rispetto a quanto consuntivato nell'anno chiuso il 31 marzo scorso. Il crollo è legato proprio alle nuove tariffe doganali, ma la Toyota ha precisato che le previsioni tengono conto, in via provvisoria, solo dell'impatto dei dazi nei mesi di aprile e maggio, mentre l'amministratore delegato Koji Sato ha evidenziato come le conseguenze di lungo termine siano "al momento difficili da prevedere". Insomma, c'è il rischio concreto che il neo-protezionismo americano produca danni ancor più consistenti sui bilanci del gruppo giapponese.
I conti annuali. Per ora, la Toyota ha quantificato in 180 miliardi di yen (1,1 miliardi di yen) l'effetto dei dazi sull'utile operativo annuale, destinato, a sua volta, a subire un calo del 21% a 3.800 miliardi, per un margine di appena il 7,8% (i ricavi sono visti in leggera crescita a 48.500 miliardi). D'altro canto, già i numeri dello scorso esercizio mostrano qualche crepa nella tradizionale solidità contabile della Toyota, alle prese con gli stessi problemi evidenziati da tanti altri costruttori nelle loro ultime trimestrali. Nonostante un fatturato in mgilioramento del 6,5% a 48.037 miliardi, l'utile operativo è sceso del 10,5% a 4.795 miliardi, il margine è diminuito dall'11,9% al 10% e i profitti sono calati del 3,6% a 4.765 miliardi. Detto questo, non manca un segnale positivo per gli azionisti. Infatti, la Toyota ha precisato l'intenzione di continuare ad aumentare i dividendi (saliranno da 90 a 95 yen per azione), "sebbene la situazione sia incerta a causa dell'impatto dei dazi statunitensi e di altri fattori che influenzano le performance".