Qui in Cina è stato un fulmine a ciel sereno: “La Ferrari sta trattando con la Leapmotor per sviluppare una nuova auto elettrica con piattaforma cinese”. Questa frase — parafrasata dalle dichiarazioni del fondatore di Leapmotor, Zhu Jiangming – è annegata in un lungo articolo della Reuters su un accordo tra Leapmotor e Hongqi. Pubblicata dagli inviati cinesi dell'agenzia di stampa, questa notizia è stata subito ripresa da molti media, ma cosa c'è di vero?
No comment. Mentre scrivo sono a Jinhua (dove la Leapmotor ha la propria fabbrica), quindi ho chiesto direttamente ai portavoce della Casa un commento a riguardo. Come spesso accade in questi casi, il costruttore si è chiuso dietro a un “no comment”, ma ricostruendo la storia, le parole di Zhu Jiangming raccolte dalla Reuters devono essere ben pesate. Nell'articolo non sono riportati dei virgolettati a riguardo, ma l'agenzia di stampa scrive che Zhu avrebbe affermato che “Leapmotor ha avviato dei colloqui con la Ferrari per una partnership per lo sviluppo di un nuovo modello basato sull'architettura elettrica del marchio cinese”. Proprio come accadrà con il gruppo Faw, che lancerà una nuova C-Suv a batteria della Hongqi (il più antico costruttore di auto cinese, il cui nome significa “bandiera rossa”, nato nel 1958) basata sulla stessa piattaforma della Leapmotor B10 (in arrivo in Italia in autunno) con l'obiettivo di incrementare le vendite del brand parastatale al di fuori dei confini asiatici. Ma questa è un'altra storia…
Filosofie diametralmente opposte. Tornando alla Ferrari, già lo scorso febbraio erano giunte voci di un incontro tra Benedetto Vigna, ad del Cavallino, e Zhu Jiangming in Cina, ad Hangzhou, dove la Leapmotor ha la propria sede. Indiscrezione che al Salone di Shanghai il fondatore Zhu ha di fatto confermato. Ma da qui a dire che la Ferrari utilizzerà una piattaforma cinese per le sue future EV ci passa un mondo. Anche perché a Maranello è tutto già pronto per la prima elettrica del marchio, la quale è in fase di collaudo da molti mesi e verrà svelata il 9 ottobre per poi arrivare su strada il prossimo anno. E pure perché la filosofia che sta dietro alle auto del marchio cinese è diametralmente opposta a quella della Rossa. Visitando le loro fabbriche e guidando i loro modelli, ci è stato spiegato come la Leapmotor intenda proporre automobili con potenze “giuste” per l'utilizzo quotidiano: niente versioni ipertrofiche con cavalli a profusione, ma vetture confortevoli, ben rifinite, con prezzi contenuti e autonomie elevate. Anche grazie a soluzioni come il range extender, che contraddistinguerà tutti i modelli in arrivo nei prossimi anni. Caratteristiche che non si sposano affatto con il Cavallino Rampante, che da sempre fa delle prestazioni la propria raison d'être.
Il nodo tech. Ma c'è un punto di forza della Leapmotor che, effettivamente, potrebbe essere interessante per qualsiasi marchio europeo: l'architettura software. Che all'utilizzo risulta estremamente fluida e intuitiva (anche con i sinogrammi sullo schermo, siamo comunque riusciti a testare diverse funzioni elettroniche, ndr), ma soprattutto integra un sistema di guida assistita molto evoluto, che può pure gestire in totale autonomia (senza alcun input del guidatore) i cambi di corsia in autostrada, con relativi sorpassi.