La silly season della Formula 1 è iniziata molto in anticipo, quest'anno. Il protagonista principale è Max Verstappen: di lui si dice che potrebbe lasciare la Red Bull a fine stagione per approdare in Aston Martin. Si parla di una offerta senza precedenti nella storia della F1: 300 milioni di dollari in tre anni, qualcosa come 88 milioni di euro a stagione. Numeri da capogiro che hanno portato tuti a definirlo l'affare del secolo: se non altro, lo sarebbe proprio per il diretto interessato.
Non è del tutto fantamercato. Come già anticipavamo ieri, l'operazione avrebbe fondamenta solidissime grazie al coinvolgimento del Public Investment Fund (PIF), il fondo sovrano saudita, pronto a rilevare la maggioranza della Aston Martin dal magnate canadese Lawrence Stroll?. Proprio il PIF, già noto per investimenti sportivi colossali - come l'ingaggio di Cristiano Ronaldo in Arabia Saudita -, garantirebbe le risorse per costruire ponti d'oro al campione olandese?. L'offerta dell'Aston Martin raddoppierebbe, di fatto, l'attuale ingaggio del quattro volte campione del mondo: da circa 50 a 88 milioni di euro a stagione?. Sarebbe il contratto più alto di sempre in F1 e rappresenterebbe un tassello fondamentale del piano Aston Martin per entrare nell'élite: l'obiettivo dichiarato è lottare per il Mondiale Piloti e Costruttori dal 2026, anno del debutto del nuovo regolamento tecnico. In quest'ottica, il team di Silverstone ha già fatto scelte strategiche importanti, tra cui la costruzione della nuova factory a Silverstone e strappato l'ingegner Adrian Newey proprio alla Red Bull?, oltre a siglare una partnership con Honda per le power unit 2026?.
Crepe profonde. Cosa spingerebbe un pilota simbolo della Red Bull a lasciare la squadra a cui è sempre stato legato, fin dalle categorie junior, per un progetto ambizioso ma molto rischioso? Gli indizi portano ai malumori interni e al calo di competitività che hanno incrinato i rapporti. Tutto è cominciato a cambiare con la morte di Dietrich Mateschitz. Da lì in avanti, è stata una escalation: dapprima lo scandalo che ha coinvolto il team principal Christian Horner, accusato di comportamento improprio da una dipendente, poi la fuga di alcuni tecnici chiave - su tutti Newey - hanno sgretolato in pochi mesi il “dream team” costruito attorno a Max?. Come aveva profeticamente avvertito Jos Verstappen, padre di Max, quell'armonia straordinaria si è dissolta rapidamente?. L'ultimo episodio, spia di una situazione tesa, si è consumato in Bahrain: Helmut Marko e Raymond Vermeulen, manager di Max, sono stati protagonisti di un acceso confronto nel box a seguito di un'altra gara deludente. In questo contesto, è emerso un dettaglio contrattuale cruciale: sebbene Max sia legato alla Red Bull fino al 2028, esistono clausole di uscita legate al rendimento della squadra che gli permetterebbero di liberarsi già alla fine di quest'anno. Helmut Marko non ha nascosto la propria preoccupazione: dopo il difficile avvio di campionato, il dirigente austriaco ha ammesso pubblicamente che “rischiamo di perdere Max”, riferendosi proprio all'eventualità che il pilota attivi quella clausola di uscita?. Queste parole – benzina sul fuoco per un mercato piloti già in fibrillazione – confermano in qualche modo che in Red Bull il timore di un divorzio a fine anno è concreto. Ecco perché, mentre dietro le quinte si vocifera di trattative più o meno segrete, il team anglo-austriaco è chiamato a reagire sia sul piano tecnico sia su quello politico per cercare di trattenere il suo fuoriclasse.
Verstappen frena le voci. Di fronte all'esplodere dei rumors, il diretto interessato ha cercato di contenere il brusio attorno a lui. Punzecchiato più volte dai media sull'ipotesi di un addio alla Red Bull, il campione olandese è rimasto impassibile, ripetendo in sostanza lo stesso concetto: “Parlano in molti, tranne me. L'unica cosa a cui penso è lavorare con la squadra per migliorare la monoposto”?. Verstappen ha ribadito di sentirsi “molto rilassato” riguardo al proprio futuro e di non avere alcuna intenzione, al momento, di cambiare squadra?. Nel frattempo, però, nel paddock non si parla d'altro.