CX-60, il restyling sta nei dettagli (e nell'handling)


Data inizio: 14-03-2025 - Data Fine: 14-05-2025


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L'obiettivo è sempre stato ambizioso: entrare in quella ristretta cerchia di sport utility che possono definirsi premium. Dopo il lieve restyling, la Mazda CX-60 2025 s'avvicina al target di qualche altro passo. Da fuori cambia poco, così come dentro, mentre le motorizzazioni restano quelle di sempre: ibrido plug-in da 327 CV e due turbodiesel 6 cilindri da 3.3 litri, con 200 CV (a trazione posteriore) e 249 (4x4). Per prezzi compresi tra i 53.850 e i 71.550 euro. Oppure, se preferite, a noleggio: 6.000 euro di anticipo e 36 rate a partire da 479 euro.

Punta di matita. Un facelift come d'abitudine dalle parti di Hiroshima: la Mazda CX-60 2025 cambia pochissimo fuori e pure nell'abitacolo, dove debuttano inserti inediti. E si respira un'aria di classe, grazie all'ampio utilizzo di pelle (non sintetica, tradizionale) su plancia e sedili, per gli allestimenti più ricchi. Dopo una giornata di guida – non importa quale sia la motorizzazione –, posso assicurarvi che la cabina si conferma un ottimo posto nel quale soggiornare, accogliente e spazioso. L'abbondanza di tasti fisici consente poi di concentrarsi sulla guida: in un attimo, o quasi, trovi quello che ti serve.

Questione di geometrie. I tecnici hanno modificato la geometria delle sospensioni anteriori, per migliorare il feedback dello sterzo sulle irregolarità stradali, mentre il servo ha beneficiato di una nuova taratura, e ora è un po' più leggero. Dietro, sparisce la barra antirollio e compaiono supporti più rigidi per il sottotelaio, ma anche molle con corsa più lunga e ammortizzatori più frenati in estensione. L'intento è quello di ammorbidire le reazioni del retrotreno, dando un'impostazione più sottosterzante (e quindi facile da gestire) rispetto a prima, nelle manovre al limite. Verificheremo il tutto quando la CX-60 varcherà i cancelli di Vairano.

Gasolio o spina. Per ora, posso dirvi che lo sterzo un po' più leggero aiuta a dissimulare massa e dimensioni, e che sul confort non si discute. Con la turbodiesel come con la Phev: entrambe hanno il loro senso, anche se la prima è quella giusta – che sia il 200 o il 249 CV poco importa – per chi vive in autostrada. I 327 CV della plug-in bastano e avanzano per muoversi con brillantezza (sebbene la coppia del sei cilindri a gasolio abbia pochi rivali, per come viene erogata) e, grazie ai 17,8 kWh della batteria, si possono percorrere una sessantina di chilometri senza muovere i pistoni. Con la nuova legge sul Fringe benefit, che tassa in modo più deciso in busta paga le termiche, credo proprio che la CX-60 ibrida alla spina vivrà una seconda giovinezza.




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