Sembra quasi una funivia su ruote, ma può fare le veci di un bus o, volendo, anche di un taxi. Muovendosi in modo intelligente, guidato da un algoritmo che legge il traffico in tempo reale, e comunque con impatto sull'ambiente ridotto: perché è elettrico e nello spazio occupato da un'utilitaria cuba fino a 22 passeggeri. È il Pod di NExT, società padovana – già operativa anche in Medio Oriente, dove collabora con le autorità del trasporto locale per implementare sistemi di mobilità innovativa – pronta a introdurre a Milano, insieme alla start-up Wayla, un servizio di van pooling operativo nel centro. A giorni saranno avviati i primi test.
Fino a 22 posti. Next nasce dalla visione di Tommaso Gecchelin, padovano, laurea in Fisica e Design industriale, che ha fondato l'azienda e progettato il Pod: un veicolo lungo meno di 3,38 metri, largo 2,42 e alto 2,9, contenente fino a 22 ospiti (tutti in piedi), oppure 9 seduti. Contemplando, allo stesso tempo, 900 litri di vano destinato alle borse. Caratteristiche tecniche: un'autonomia di 300 km (la batteria è da 88 kWh), 102 CV di potenza e oltre 100 km/h di velocità massima. Alla colonnina, in meno di un'ora può passare dal 20 all'80% di carica, ricaricando con potenza fino a 80 kW.
Pronto alla guida autonoma. Negli scenari futuri – e là dove gli è consentito – il Pod si sposta senza conducente, sfruttando la guida autonoma. A Milano, invece, opererà con autista, in configurazione a nove posti. Il primo obiettivo, infatti, è fare le veci (o porsi come un servizio complementare) dei classici bus di linea, che spesso viaggiano semivuoti occupando spazio e spostando peso senza motivo. I Pod hanno invece una struttura modulare che gli consente di adattare le proprie dimensioni alla bisogna: possono unirsi per aumentare la capienza nelle ore di punta e sganciarsi, diminuendola, nelle ore più trafficate. Risparmiando – a detta di Next - fino al 75% di energia nelle ore in cui la viabilità è meno intensa.
Da solli o in convoglio. I moduli NExT hanno anche delle porte inter-veicolari che si aprono permettendo ai passeggeri di spostarsi da un “vagone” all'altro. Oppure, di “saltare” su un'altra corsa: uscendo dalla logica del trasporto che viaggia su linee prestabilite, infatti, questi veicoli (connessi), guidati dall'algoritmo possono raggrupparsi in base alla destinazione, “agganciandosi” in punti di interscambio intermedi. Si crea, così, un nuovo metodo di pooling, che permette anche di abbattere i costi, suddivisi in base al numero di passeggeri. A implementare questa mobilità in sharing ci pensa Wayla, piattaforma digitale, operativa dall'ottobre scorso, nata apposta per condividere i tragitti ottimizzando il numero di veicoli in circolazione.