"Dal 2020 i fornitori europei hanno perso 86 mila posti di lavoro"


Data inizio: 22-10-2024 - Data Fine: 22-12-2024


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Dal 2020, il comparto europeo dei produttori di componentistica per l'auto ha perso circa 86 mila posti di lavoro, di cui il 60% (52 mila) solo in Germania. L'allarme è della Clepa, l'associazione di rappresentanza dei fornitori del settore automotive, all'interno di uno studio che tratteggia un quadro denso di nubi nere per la filiera automobilistica. 

Calo della domanda e rincari. La ricerca fornisce diversi altri numeri sull'attuale momento di difficoltà e sulle diverse cause, tra cui il calo della domanda, il rincaro dei costi produttivi e i ritardi degli investimenti nelle nuove tecnologie. Solo nei primi mesi del 2024, è stato annunciato il taglio di altri 32 mila lavoratori. Tale dato è superiore ai 29 mila comunicati nel secondo semestre del 2020, il "periodo peggiore della pandemia", e preannuncia il probabile peggioramento della situazione sul piano occupazionale. Non solo. La ricerca quantifica l'ennesima divergenza tra previsioni e realtà dei fatti. Fino a poco tempo fa, si prevedeva la creazione di oltre 100.000 nuovi posti di lavoro entro il 2025 anche grazie alle opportunità offerte dalla transizione ecologica e dal passaggio alla mobilità elettrica: al contrario, si va verso la "perdita netta di quasi 56 mila posizioni". A tal proposito, nella catena di approvvigionamento dei veicoli a batteria è stato creato solo il 20% dei posti originariamente previsti. Nel complesso, il settore ha creato dal 2020 solo 29 mila nuove posizioni, di cui circa 19 mila legate alle Bev.  

Gli altri numeri. Il quadro è reso ancora più problematico da altri numeri e considerazioni. Secondo la Clepa, "la redditività nel settore delle forniture rimane insufficiente a sostenere gli investimenti critici necessari per la transizione verde e digitale dell'Europa, il che mette in pericolo la leadership nell'innovazione automobilistica". Inoltre, per quanto il surplus commerciale mostri segni di ripresa, i fornitori europei "stanno perdendo il loro vantaggio competitivo nella creazione di valore a livello globale. Allo stesso tempo, la diminuzione degli afflussi di capitale sta bloccando i progressi nella transizione", aggiunge l'associazione, sottolineando come "la salute della catena di approvvigionamento del settore automobilistico è fondamentale non solo per la stessa industria automobilistica, ma anche per la competitività industriale dell'Europa".

Pressione "green". "Poiché la redditività in tutto il settore continua a diminuire e gli investimenti esteri calano, la catena di approvvigionamento è sottoposta a un'enorme pressione per raggiungere ambiziosi obiettivi ecologici e digitali. Questa situazione urgente richiede un'attenzione urgente da parte dei responsabili politici per salvaguardare il futuro automobilistico dell'Europa e prevenire un'ulteriore erosione della competitività del settore", avverte la Clepa, mentre il segretario generale Benjamin Krieger parla di un "chiaro campanello d'allarme. L'industria automobilistica, pietra miliare dell'economia europea, si trova di fronte a un punto di svolta", aggiunge Krieger. "Per salvaguardare i posti di lavoro, accelerare la duplice transizione e riconquistare la nostra competitività globale, abbiamo bisogno di una ricalibrazione normativa. Ciò significa adottare l'apertura tecnologica nelle norme in materia di CO2, garantire un accesso equo ai dati di bordo e, in generale, stimolare l'economia e la competitività dell'Ue. Senza un'azione decisiva, l'Europa rischia di perdere la sua leadership nel settore automobilistico".




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